• Colloquio di lavoro laureatiÈ l’enigma di tanti studenti alle prese, in questi giorni, con la scelta dell’università. Una tappa obbligatoria per tutti i liceali, un’opzione che i diplomati di istituti tecnici. La scelta consta non tanto e non solo per la sede universitaria quanto, piuttosto, per la facoltà: quale quella che meglio offre possibilità di occupazione?

    Un enigma di non facile soluzione considerati i tempi nei quali viviamo e i livelli di disoccupazione che hanno raggiunto cifre da record. Un bel grattacapo per tanti giovani, e rispettive famiglie, seriamente preoccupati di un avvenire incerto.

    Ed è del tutto normale, stando così le cose, che ci si interroghi se l’università, la prosecuzione degli studi, costituisca ancora oggi il percorso migliore, quello più funzionale ad un’occupazione che valorizzi risorse personali e il dispendio di energie, anche in termini di denaro, in funzione della tanto sospirata laurea.

    Noi, al pari di esperti e di enti coinvolti in ricerche simili, pensiamo proprio di sì. Il famoso pezzo di carta, nel nostro Paese, come in altri Paesi della Comunità Europea, presenta ancora dei vantaggi. È evidente che non per tutti i percorsi universitari: una disciplina economica o scientifica, di questi tempi, offrono più opportunità. Come del resto, in un mondo sempre più globalizzato, assumono rilievo la partecipazione a stage sull’apprendimento di lingue straniere come sull’uso delle più moderne tecnologie informatiche, magari anche attraverso esperienze all’estero.

    Accade così anche in Italia dove il fabbisogno di laureati è ancora alto e che gli stessi, a conclusione degli studi, trovano lavoro prima e meglio di persone in possesso del diploma o della sola licenza media. Un buon 74%. Il restante 26% il lavoro lo trova ma non sempre adeguato al titolo conseguito con ricadute anche in termini di retribuzioni. Per entrambi gli aspetti, soprattutto, per le aree più depresse del Paese.

    Premia la specializzazione e non una laurea generica. Così, ad esempio, occorrono magistrati e non semplici e “generici” laureati in legge; esperti in una materia specifica e non saperi “di massima”, magari in più direzioni. In tale direzione, l’azione di orientamento svolta da tanti atenei assume un’importanza fondamentale. Parteciparvi, magari consapevoli delle proprie risorse, è più che mai auspicabile.