Ci sono le persone romantiche e quelle moderne. O almeno così dicono, come se non fosse possibile conciliare le due cose.
Essere amanti delle nuove tecnologie non significa necessariamente disprezzare la tradizione. Del resto è solo grazie agli insegnamenti tecnici e teorici passati che è possibile concepire il concetto di progresso e sperimentare qualcosa di nuovo.
È possibile applicare questo concetto alla battaglia tutta moderna tra i vecchi libri su supporto cartaceo ed i nuovi e-book. Le tecnologie moderne hanno letteralmente rivoluzionato la nostra vita quotidiana, cambiando le nostre abitudini e consentendoci di svolgere determinate funzioni impensabili fino a qualche anno.
Eppure ci sono alcuni digital devices che faticano ad imporsi sul mercato mondiale e a sostituire strumenti tradizionali.
Il riferimento è proprio ai libri digitali, i quali pagano dazio nel confronto con i libri cartacei.
L’odore della carta ed il romantico rumore della pagina sfogliata mantengono intatti il loro fascino. Il costo minore degli e-book ed il loro carattere multi task non è sufficiente per entrare nel cuore dei lettori.
Lo ha ribadito un recente sondaggio del Washington Post, secondo il quale solo il 9% degli studenti universitari americani legge un libro sotto formato digitale. E non stiamo parlando di gente “old school” ma di persone che sono nate e cresciute nell’era digitale.
I giovani ritengono che leggere un libro cartaceo aiuti a studiare con più attenzione, consentendo inoltre di sottolineare i passaggi chiave e di prendere appunti all’interno della stessa pagina. Una concezione dello studio, questa sì “old school” e destinata a non tramontare mai.
Ma veniamo alla notizia del giorno. Questa volta il duro colpo agli ebook viene addirittura dalla Corte di Giustizia europea.
Una sentenza dell’organo giurisdizionale continentale boccia l’Iva agevolata sugli e-book presente in Lussemburgo ed in Francia. Una pronuncia destinata ad avere degli effetti anche in Italia, visto che proprio di recente è stata approvata una legge che pone l’Iva sui libri digitali al 4%.
In Francia, per fare un esempio, la suddetta tassa è al 5,5%. Capiamo benissimo, dunque, come anche il nostro paese sarà costretto a modificare la propria normativa.
La motivazione della sentenza sta tutta nella definizione stessa di e-book. La Corte di Giustizia si esprime, infatti, in questi termini: “Le norme europee vietano la possibilità di applicare un’Iva ridotta a qualunque servizio fornito per via elettronica”.
Gli e-book vengono, dunque, concepiti come un servizio e non come un semplice bene, sul quale sarebbe stato possibile apporre una tassazione diversa.
In generale l’Unione Europea prevede delle tariffe agevolate per i libri solamente se il supporto fisico è parte integrante del libro stesso, come avviene per il cartaceo. Non è il caso degli e-book, in quanto il computer o il tablet non sono forniti insieme al libro digitale, dunque non sono considerati parte integrante di essi.
Si tratta, comunque, di una sentenza di un certo rilievo perché impedisce agli Stati di defiscalizzare l’utilizzo dei libri digitali. Solo grazie ai prezzi ridotti questi ultimi riescono ad ottenere un vantaggio competitivo rispetto al cartaceo, vantaggio che potrebbero rischiare anche di perdere.