Categoria: Politica


  • Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, è tornato ad affrontare il tema della corruzione nel nostro Paese, analizzando la questione dal punto di vista normativo e culturale.
    Lo ha fatto a Pescara, nel corso dell’appuntamento della Repubblica delle Idee dedicato alla corruzione.
    Per limitare questo fenomeno, è necessario, secondo Cantone, effettuare delle scelte politiche coraggiose e determinare soprattutto un cambiamento culturale all’interno delle istituzioni e della società civile.

    La corruzione è un aspetto quasi endemico nel nostro Paese e che, dopo Tangentopoli, non è affatto diminuito. Al contrario, in base alle parole del presidente raffaele cantone cooperativedell’Anac, c’è stato un effetto quasi darwiniano, che ha visto sopravvivere solo i più bravi nella poco nobile “arte del corrompere e dell’essere corrotti”.
    Nonostante gli scandali si susseguano quasi quotidianamente, non ultimo quello relativo all’Atac, Cantone ha ben chiaro il processo da seguire per combattere ed abbattere la corruzione nel nostro Paese: «La chiave è dimostrare ai cittadini che la corruzione è sconveniente. Serve un cambiamento culturale come per la mafia, dove tutti si sono resi conto che rappresenta un danno per il Paese. Un’impresa che utilizza la corruzione non farà mai innovazione, per esempio. E non a caso i Paesi con più alta corruzione sono quelli con basso tasso di ricerca».

    Uno degli elementi che determinato il mancato sviluppo dei paesi dell’Europa mediterranea, del Sud America e dell’Africa è proprio l’elevato livello di corruzione. Quest’ultima rappresenta una forma di potere tradizionale, basata su scambi di favore di tipo privatistico, che danno uno scarso apporto al benessere collettivo.
    Ne risentono le prestazioni fornite ai cittadini, la libera concorrenza e, come sottolinea lo stesso Cantone, il livello di innovazione.
    Per ottenere un determinato appalto, ad esempio, non è necessario offrire servizi e prodotti migliori e maggiormente innovativi; basta, al contrario, disporre di una rete di conoscenze capillare all’interno della macchina burocratica e della sfera istituzionale.
    Un Paese legato a rapporti di tipo particolarista, in via definitiva, non può crescere e redistribuire la ricchezza. Ecco perché il cambiamento culturale è il primo passo da effettuare per sradicare le pratiche corruttive, in Italia come nel resto del mondo.



  • La Camera dei Deputati ha approvato con 310 sì, 66 no e 83 astenuti, la legge sulla cittadinanza italiana agli stranieri che inserisce forme temperate di “ius soli” e “ius culturae”.
    Il provvedimento passa ora al Senato, dove si preannuncia un forte scontro tra il Governo e l’opposizione di centro-destra, strenuamente contraria ad un cambiamento dell’attuale normativa sulla cittadinanza.

    La nuova legge consente di ottenere la cittadinanza italiana ai figli, nati sul territorio italiano, di genitori stranieri; almeno uno dei due, però, deve possedere il permesso di soggiorno Ue di lunga durata.
    ius soliLa richiesta dovrà essere effettuata dal genitore, o da chi ne esercita la responsabilità, all’ufficio dello stato civile del comune di residenza entro il compimento del diciottesimo anno di età del richiedente.
    Scaduto questo termine, potrà essere quest’ultimo ad effettuare la richiesta di cittadinanza italiana entro il ventesimo anno di età.
    La norma non è valida per i cittadini europei, in quanto per essi non è previsto il permesso di soggiorno Ue di lunga durata.

    Oltre al cosiddetto “ius soli”, la legge approvata in prima istanza alla Camera, inserisce anche forme di “ius culturae“, ovvero uno strumento di ottenimento della cittadinanza attraverso il percorso scolastico-formativo.
    Possono richiedere la cittadinanza italiana coloro che sono arrivati in Italia prima del compimento dei dodicesimo anno di età e abbiano frequentato per almeno cinque anni e fino a 16 anni percorsi formativi presso istituti del sistema nazionale di istruzione, o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali.
    Anche in questo caso, spetta al genitore, o a chi ne esercita la responsabilità legale, presentare la richiesta entro il compimento dei 18 anni; passata questa età potrà essere direttamente il richiedente ad effettuare l’istanza.
    La legge presenta alcuni aspetti problematici che potranno essere modificati in Senato. Gli adempimenti burocratici da compiere sono ancora molteplici e non di facile risoluzione.
    Desta, inoltre, qualche perplessità il criterio del possesso del permesso di soggiorno Ue di lunga durata da parte di uno dei genitori, che impedisce di fatto di richiedere la cittadinanza italiana a chi possiede un reddito inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale.

     



  • Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha nominato cavaliere della Repubblica italiana Daniele Marannano, presidente e fondatore di Addiopizzo, il movimento contro la criminalità organizzata e le estorsioni di stampo mafioso.
    Marannano riceve questo onorificenza “per il vivace impegno a favore della legalità e l’intensa opera di sensibilizzazione portata avanti anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie”.

    Addiopizzo ha permesso di creare una rete di imprenditori anti-racket, che è stata un punto di riferimento importante per tutte le vittime di estorsione negli ultimi dieci anni.
    daniele marannanoIl movimento, però, non si è limitato a fornire il proprio sostegno agli imprenditori colpiti dalle intimidazioni di stampo mafioso, ma ha creato anche un’applicazione per aiutare i consumatori a geolocalizzare gli esercizi commerciali pizzo-free.
    Un’iniziativa di questo tipo rappresenta un enorme aiuto per chi decide di opporsi al racket e spesso, per questa ragione, è costretto a subire attentati arrecanti danni economici incalcolabili alla propria attività commerciale.
    Creare una rete di imprenditori onesta e facilmente individuabile dai consumatori è il modo migliore per ripulire la società e dare un giusto premio a chi agisce nella legalità e rifiuta di piegarsi alle logiche mafiose.
    Il riconoscimento del Capo dello Stato verso Daniele Marannano è sicuramente un bel segnale lanciato da un Presidente della Repubblica che ha fatto della lotta alla mafia uno dei perni della sua attività politica ed istituzionale.
    La notizia dell’onorificenza ricevuta è stata commentata dal fondatore di Addiopizzo con un post sul proprio profilo Facebook: «Apprendo proprio in questi minuti, con sorpresa ed emozione, una notizia assolutamente inaspettata. Il riconoscimento del Presidente della Repubblica mi e ci carica di ulteriore responsabilità. Speriamo di continuare ad esserne all’altezza. Tale titolo mi permetto di estenderlo all’impegno di tutto il movimento Addiopizzo Onlus. Ognuno dei volontari – e anche chi si è avvicinato a noi solo per poco tempo – ha dedicato una parte della propria vita a un lavoro difficile. Solo grazie alla passione e ai sacrifici di tutti è stato possibile raggiungere anche il più banale dei risultati»



  • Ignazio Marino non è più il sindaco di Roma. Nel tardo pomeriggio di ieri sono arrivate le sue dimissioni, richieste non solo dall’opposizione e da una buona parte della società civile, ma anche dal suo stesso partito: il Pd.
    La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la polemica relativa alle spese effettuate dall’ormai ex sindaco con la carta di credito messagli a disposizione dal Comune di Roma. Si parla di spese di carattere personale, soprattutto legate a cene di lavoro, che Marino si è dichiarato disposto a rimborsare di tasca sua. Questo evidentemente non è bastato per salvarlo da un epilogo già scritto.

    Con il passare dei mesi è cresciuta all’interno del Pd la convinzione che Marino avrebbe dovuto farsi da parte, una posizione sposata e portata avanti dallo stesso premier marino dimissioniRenzi fino alla giornata di ieri.
    Al di là dei numerosi scandali che hanno colpito l’amministrazione Marino ed il sindaco in prima persona, è bene fare una riflessione su come e perché si sia arrivati ad avere, nella stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, un vero e proprio rigetto nei confronti dell’ex sindaco, che ha fatto sembrare le sue dimissioni come un finale scontato.
    Questa vicenda è la perfetta esemplificazione di come la comunicazione nella società moderna, e soprattutto quando nella narrazione politica, possa fare la differenza.
    Non lo scopriamo certo oggi, la comunicazione è sempre stata uno strumento essenziale per la costruzione e la destrutturazione del consenso, ma oggi, con l’effetto ridondante dei social media, diventa tutto più rumoroso ed amplificato.
    In un periodo storico, dove gli scandali legati agli sperperi ingiustificati ed ingiustificabili del denaro pubblico sono particolarmente (e giustamente) invisi, è stato facile effettuare un’operazione di discredito nei confronti di Ignazio Marino. Le vacanze ai Caraibi in un momento particolarmente difficile per la sua città ed il viaggio negli Stati Uniti durante la visita del Papa negli States, hanno contribuito a costruire un’immagine negativa, che va al di là della sua condotta amministrativa, buona o cattiva che sia.
    Non mancano certamente su Facebook e Twitter, i commenti favorevoli all’operato dell’ex sindaco. Marino ha provato, con risultati alterni, a scardinare un modus operandi diffuso nell’amministrazione romana, una grande macchina burocratica caratterizzata da scambi di favori più o meno leciti, come emerso nel corso dell’inchiesta Mafia Capitale.
    Al di là del merito, dunque, le dimissioni di Marino sono l’ennesima dimostrazione di come la comunicazione svolga un ruolo predominante in una società altamente mediatizzata.



  • Sono cinque gli indagati della Procura di Bologna in merito alla vicenda Colata di Indice. Tra di essi c’è anche il presidente di Legacoop Bologna, Simone Gamberini,  il sindaco di Castenaso (Bologna), Stefano Sermenghi ed il sindaco di San Lazzaro di Savena dal 1995 al 2004, Aldo Bacchiocchi.
    L’accusa è di aver minacciato l’attuale sindaco di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, la cui giunta comunale ha bloccato la costruzione di un complesso residenziale da 582 alloggi nei pressi di Idice.

    La realizzazione di questo enorme complesso residenziale averebbe rappresentato, secondo il sindaco Conti, un fattore di inquinamento, l’ennesima colata di cemento in un luogo che potrebbe essere destinato ad altri fini.
    justice is servedI lavori di costruzione sarebbero spettati tra gli altri ad una cooperativa appartenente a Legacoop, ovvero Coop Costruzioni, per un giro d’affari totale di 300 milioni.
    Questo spiegherebbe, secondo l’inchiesta, le indebite pressioni effettuate dal presidente della centrale di rappresentanza emiliana nei confronti del sindaco di San Lazzaro.
    Il vertice di LegaCoop, Simone Gamberini, ha commentato la vicenda attraverso un comunicato: «Ho sempre operato in piena trasparenza, senza nessun intento intimidatorio, nell’ambito delle funzioni legate al ruolo che ricopro. Ho agito nel pieno rispetto delle istituzioni e della legalità, la mia storia personale ne è la testimonianza più piena».
    Vedremo come proseguiranno le indagini e quale sarà la verità giudiziaria. Certamente si tratta di una brutta vicenda che coinvolge ancora una volta il mondo della politica e quello delle cooperative, in un periodo storico delicato per il mondo della cooperazione a seguito di scandali quali Mafia Capitale e Cpl Concordia.



  • Nessuna sorpresa nelle elezioni greche. Come nel gennaio 2015 vince Syriza con il 35,5% dei voti seguita dai conservatori di Nuova Democrazia (28,1%); rischiano di fallire, invece, l’accesso al Parlamento i fuoriusciti da Syriza (Unità Popolare), che con il 99% delle sezioni scrutinati sono sotto la soglia del 3%.
    A Tsipras vanno 145 seggi, ma per raggiungere la maggioranza di 151 seggi dovrà ancora una volta andare al Governo con la destra di Anel che ha ottenuto dieci seggi.

    Lo scenario proposto da queste consultazioni è, dunque, pressoché il medesimo di quello visto a gennaio, con Syriza e Nuova Democrazia che si sono confermati sulle stesse percentuali di 8 mesi fa e l’esecutivo che vedrà una coalizione formata dagli stessi partiti.
    A cambiare, invece, è l’affluenza alle urne scesa al 54,8% dopo il 63,6% delle ultimi elezioni; la partecipazione elettorale di queste consultazioni rappresenta il secondo dato più basso della storia greca dopo il 53%del 1946.
    alba dorataUn altro dato inequivocabile è la lenta ascesa dei neonazisti di Alba Dorata, passati dal 6,28% di gennaio al 6,99% attuale.
    Alba Dorata è così il terzo partito greco con 19 seggi ottenuti (uno in più rispetto a gennaio).
    La posizione dei neonazisti esce rafforzata soprattutto all’interno di due categorie di elettori, ovvero giovani e disoccupati.
    Secondo il quotidiano Kathimerini, infatti, il partito di Nikolaòs Michaloliàkos è stata la forza politica più votata tra i disoccupati con una percentuale del 16,6%. Nonostante la vittoria, dunque, i greci diffidano ancora di Tsipras, soprattutto chi, dopo mesi di governo di Syriza, si trova ancora senza lavoro e con un accordo con i creditori ritenuto penalizzante per il popolo ellenico.
    Di qui la scelta di molti disoccupati di dirottare il proprio voto verso Alba Dorata, ritenuta l’unica vera opposizione alle politiche di austerity imposte da Bruxelles.

    Il pericolo, dunque, di una crescita sempre più forte dei neonazisti è concreto. L’emergenza rifugiati, che ha interessato anche vaste aree della Grecia, rischia di aumentare i sentimenti intolleranti e razzisti di un popolo in grave difficoltà e ancora lontano dall’uscire dalla crisi.
    La vittoria di Tsipras ha sicuramente un valore simbolico importante, soprattutto dopo la spaccatura interna seguita all’accordo stipulato con i creditori. La maggioranza, però, continua ad essere risicata ed un eventuale fallimento potrebbe portare a scenari preoccupanti per la Grecia e l’Europa intera.
    I partiti populisti, euroscettici e neonazisti sono in costante crescita in tutto il Vecchio Continente e non è escluso possano aumentare ulteriormente i propri consensi sfruttando l’emergenza rifugiati ed il fallimento di alcune politiche europee.
    Ecco perché la conferma di Alba Dorata è un fenomeno da non sottovalutare, sia ad Atene che a Bruxelles.



  • Appartengono tutti allo stesso partito (il Pd) e hanno anche un obiettivo comune: il rilancio del Mezzogiorno.
    Alcuni dei principali Governatori del Sud Italia hanno partecipato alla festa della Cgil in Basilicata per fare il punto della situazione e lanciare un nuovo patto di collaborazione.

    Erano presenti nello specifico il Governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, il Governatore della Basilicata, Marcello Pittella, ed in collegamento via Skype il Governatore della Puglia, Michele Emiliano. Hanno partecipato all’incontro anche il vicepresidente dell’Abruzzo Giovanni Lolli e il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso.
    Se escludiamo, dunque, i rappresentanti di Sicilia e Campania (due regioni di un certo peso politico e non), era presente l’intera classe dirigente rapporto svimezmeridionale, tutta unita nel lanciare segnali di allarme al Governo: quello che è stato fatto per il Sud non è abbastanza.
    A scuotere le coscienze ci prova il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio: «Noi apprezziamo tanto quegli 80 euro in più in busta paga – dice Oliverio – ma a fronte di quella cifra quanti servizi sono stati tagliati al cittadino? Ora che sono state eliminate le Province non si potrà garantire il riscaldamento nelle scuole. Stesso discorso dobbiamo farlo per il trasporto pubblico».
    Nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione del Rapporto Svimez, che dipinge ancora una volta un quadro inquietante sulla situazione economica e sociale del Mezzogiorno, il premer ha annunciato un piano programmatico per il Sud con investimenti nelle infrastrutture e detassazioni per le imprese.

    Nell’ultima settimana alcune indiscrezioni provenienti da Palazzo Chigi hanno parlato anche di un’ipotesi di taglio dell’Ires per le aziende meridionali. Qualcosa si muove, dunque, almeno sulla carta.
    La realtà dei fatti racconta al momento di un Sud per nulla competitivo, gravato dalle tasse ed incapace di fornire servizi ai propri cittadini. La proliferazione degli scandali legati alla politica, la criminalità organizzata e l’illegalità diffusa contribuiscono a rendere la situazione ancora più complessa.
    Sul palco della Cgil, i governatori del Mezzogiorno hanno stretto un insolito patto di collaborazione, rilanciando: non bastano le ricette già scritte (da questo punto di vista il piano del Governo sembra qualcosa di già visto), perché “sui territori ci stiamo noi” dicono e tastiamo con mano l’inefficacia di determinate soluzioni.
    Ogni regione ha problemi diversi, ma è necessaria una visione comune di Mezzogiorno; una collaborazione tra i Governatori delle regioni meridionali può essere allora una risorsa strategica fondamentale da portare sul tavolo di Palazzo Chigi.



  • Centralizzazione e semplificazione della spesa pubblica. Matteo Renzi intende effettuare un importante taglio alla spesa nella prossima Legge di Stabilità.
    Lo ha sottolineato più volte nei giorni scorsi e lo ha ribadito oggi nel corso di una lunga intervista alla radio Rtl 102.5.

    «Voglio che ci siano meno aziende municipalizzate» ha dichiarato il Presidente del Consiglio «e’ una cosa allucinante che ci siano in una provincia 7, 8, 10, 15 aziende municipalizzate, che poi servono soprattutto a mantenere il posto all’ex politico di turno, non a servire i cittadini».
    Per effettuare il taglio delle tasse promesso e ribadito anche oggi (“Il 16 dicembre ci sarà ultima rata del 2015 per Imu e Tasi. Segnatevela: sarà il funerale delle tasse sulla casa”), il Governo ha bisogno di risorse ricavabili attraverso un’efficace spending review.
    renziAccorpamento delle prefetture e delle province, taglio delle municipalizzate ed eliminazione di enti che costano milioni di euro alle casse dello Stato.
    Tra questi il premier annovera anche le agenzie per i giovani e gli enti per il microcredito: «Mi domando – ha aggiunto Renzi – a cosa serve avere un’agenzia dei giovani e a cosa serve l’ente per il microcredito (bene il microcredito, non l’ente)».
    Si tratta di realtà che operano sul territorio con l’obiettivo di favorire l’occupazione giovanile senza però che in questi anni abbiano portato a casa i risultati sperati. Per questo motivo il Governo intende effettuare una razionalizzazione della spesa ed una centralizzazione delle politiche attive, con i centri per l’impiego, le agenzie ed i vari enti messi momentaneamente (?) da parte.



  • Non usa mezzi termini Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti d’America è intervenuto in Alaska nel corso di un meeting sul cambiamento climatico, parlando dei doveri dei singoli paesi in materia ambientale.

    «Il tempo di invocare l’ignoranza è sicuramente passato. Coloro che vogliono ignorare la scienza sono sempre più soli». I possibili effetti del cambiamento climatico sono conosciuti ormai in tutto il mondo.
    Ignorare il problema o rifiutarsi di adottare delle misure preventive significa mancare alle proprie responsabilità di uomo delle istituzioni e di abitante della Terra.
    Obama ribadisce la necessità di predisporre azioni concertate a livello internazionale. In questo senso l’incontro che si svolgerà a Parigi il prossimo dicembre sarà fondamentale.
    obama glacierIn quella sede bisognerà trovare un accordo per proteggere il pianeta, “ora che siamo ancora in tempo per farlo”.
    Le parole utilizzate da Obama in questa circostanza sono molto forti, quasi apocalittiche, per voler sottolineare la rilevanza del problema; e non è un caso che questo monito arrivi proprio dall’Alaska, ovvero una regione dove le temperature sono in aumento due volte tanto rispetto alle medie mondiali e dove è presenta una fortissima erosione della fascia costiera.
    La questione ambientale non deve interessare, però, solamente i capi di Stato, ma anche e soprattutto la società civile. Le numerose ricerche effettuate sul tema hanno messo in luce quanto sia determinante l’azione dei singoli cittadini per evitare il riscaldamento climatico ed altre forme di inquinamento del pianeta.
    Le cooperative fanno del rispetto dell’ambiente uno dei loro principi costitutivi e lo applicano ogni giorno a tutti i livelli: dalla gestione degli spazi urbani passando alla raccolta dei rifiuti e alla produzione di biogas e biomasse e all’adozione di tecniche produttive rispettose della terra e degli animali.



  • Mancano due mesi alla fine di Expo 2015. La manifestazione internazionale è arrivata nella sua fase conclusiva.
    Il percorso di avvicinamento non è stato facile tra i ritardi nei lavori, gli scandali sugli appalti, le devastazioni iniziali dei black bloc e le polemiche sul numero dei visitatori.

    La macchina organizzativa, però, sembra aver retto e anche i visitatori stessi si sono dichiarati soddisfatti in merito alla qualità dei padiglioni e all’organizzazione dell’evento.
    Il premier Matteo Renzi ha voluto spendere parole positive sull’Expo in vista degli ultimi due mesi: “Expo, volata finale. Ultimi sessanta giorni. Intanto, 400mila presenze nel weekend #ciaogufi #goodnews”.
    renzi expoNon manca, dunque, una nota polemica nel tweet del Primo Ministro con riferimento a chi, in questi giorni, ha parlato di un vero e proprio fallimento dell’Expo ponendo l’accento anche sui numeri, quelli riferiti dal commissario Giuseppe Sala, non corrispondenti alla realtà.
    Il Fatto Quotidiano, ad esempio, ha parlato addirittura di quasi due milioni di visitatori fantasma, ovvero di persone che non risultano nei database dei tornelli. A questo vanno aggiunti i numeri deludenti del mese di agosto, quando rispetto ai 3 milioni di visitatori previsti ci sono stati solo due milioni di persone che hanno varcato i cancelli di Expo.
    A due mesi dalla chiusura siamo a quota 12 milioni e sarà pressoché impossibile arrivare alla soglia di 24 milioni prevista alla vigilia della manifestazione
    Renzi, però, dal canto suo rilancia ed esalta i risultati del weekend; la giornata di sabato in particolare ha fatto registrare il record di presenze con quasi 160 mila visitatori. Il premier in questo modo tira la volata finale ad Expo, nella speranza che possa essere un successo a 360 gradi e non solo uno strumento di propaganda politica utilizzabile a seconda delle esigenze dalle singole fazioni.



  • In questi giorni il dibattito politico si sta concentrando sui contenuti della prossima Legge di Stabilità.
    Ci sarà tempo fino al 15 ottobre per presentarla, ma il premier Renzi ha già lasciato intendere quali saranno alcuni punti cardine.

    renziIl premier ha annunciato un imponente taglio delle tasse. Nelle intenzioni del Presidente del Consiglio c’è quella di eliminare la Tasi sulla prima casa e l’Imu sui terreni agricoli e sulle abitazioni di lusso.
    Si tratterebbe di una riduzione delle entrate per un totale di circa 5 miliardi di euro. A queste risorse vanno aggiunte quelle per la riconferma del bonus Irpef, dei bonus edilizi e degli sgravi fiscali per le nuove assunzioni a tempo indeterminato.
    Per il 2017, invece, Renzi intende intervenire su Ires ed Irap, ovvero le imposte che colpiscono maggiormente imprese e lavoro.

    I desiderata del premier si scontrano, però, con una realtà complessa per l’Italia, che deve fare i conti con i vincoli di bilancio imposti dall’Ue, e con un principio economico molto semplice, ribadito in questi giorni anche dal Ministro dell’Economia Padoan: per ogni riduzione delle entrate ci deve essere una contemporanea riduzione della spesa.
    «Mi piacerebbe tagliare 50 miliardi di tasse domani, come molti mi suggeriscono. Magari» ha dichiarato Padoan nel corso del suo intervento al meeting di Cl «Ma la vera questione è il finanziamento dei tagli, ecco perché serve un orizzonte medio-lungo».
    Non sarà facile trovare le risorse adeguate per coprire il taglio della Tasi e dell’Imu. Gran parte dei finanziamenti provenienti dalla spending review, infatti, verranno utilizzati per evitare l’aumento dell’Iva.
    Il Governo sta studiando in questi giorni delle fonti alternative, confidando in ulteriori margini flessibilità che potrebbe fornire la Commissione europea considerate le riforme strutturali  che sta portando avanti l’esecutivo.
    Renzi, questa volta, sarà chiamato a vincere una battaglia all’interno della sua stessa compagine governativa. Le promesse fatte in questi giorni di fronte alla platea del Partito Democratico e al meeting di Cl comporteranno un impegno personale del premier, perché dalla prossima Legge di Stabilità e dalla riforma istituzionale dipenderà gran parte del futuro del Governo.
    Un’eventuale opposizione interna rappresenterebbe con ogni probabilità un punto di non ritorno per l’esecutivo.



  • Il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha presentato oggi in Consiglio dei Ministri la relazione su Mafia Capitale e sul conseguente procedimento di risanamento del Comune di Roma.

    alfanoNon ci sarà alcuno scioglimento né commissariamento, al contrario è stata demandata una stretta collaborazione tra il prefetto Gabrielli ed il sindaco Marino per risanare i settori più delicati.
    Nonostante, dunque, le numerose polemiche sull’amministrazione Marino e le richieste di dimissioni, arrivate da più parti, l’esecutivo non ha ritenuto ci fossero i presupposti per un commissariamento.
    «Intendo incaricare il prefetto di Roma – ha dichiarato Alfano nella conferenza di stampa successiva al Consiglio dei Ministri – di assicurare proposte e indicazioni per pianificare insieme al sindaco interventi di risanamento in otto ambiti, in particolare nei settori dell’amministrazione risultati più compromessi con Mafia Capitale: il verde pubblico e l’ambiente, l’emergenza abitativa, l’immigrazione, i campi nomadi».
    Il Governo ha stabilito anche lo scioglimento del comune di Ostia, chiesto maggiori ispezioni e controlli e deliberato la possibilità anche di trasferire dirigenti e dipendenti comunali con conseguente procedimento disciplinare come previsto dal comma 5 dell’articolo articolo 143 del Testo unico sull’ordinamento degli Enti locali.

    Gabrielli, oltre ad operare per il risanamento del Comune di Roma, dovrà anche seguire da vicino le gare ad evidenza pubblica per il Giubileo, il cui inizio è previsto per l’8 dicembre 2015.
    Si tratta di un appuntamento storico e prestigioso per la città di Roma, che lo vivrà, però, in una situazione disastrata a livello amministrativo, politico, finanziario e probabilmente anche morale.
    Il Ministero dell’Interno ha deliberato una riduzione dei tempi per le procedure ad evidenza pubblica, con il controllo sui lavori e sugli appalti che verrà effettuato dall’Autorità anti corruzione così come è avvenuto per l’Expo.
    Gabrielli avrà in sostanza gli stessi poteri posseduti dal prefetto di Milano per l’organizzazione della manifestazione internazionale in corso di svolgimento nel capoluogo lombardo. Il Governo, dunque, ha ritenuto opportuno un intervento statale per gestire la difficile situazione capitolina, senza però procedere con provvedimenti più forti come lo scioglimento o il commissariamento vero e proprio.