• Calabria: firmato il nuovo contratto regionale per gli imbarcati su natanti di cooperative di pesca

    Nel nuovo accordo, valido per il quadriennio 2024-2027, viene valorizzata la previdenza complementare e istituito un premio di produttività per i pescatori.

    È stato siglato ieri mattina presso la sede di Confcooperative Calabria il nuovo contratto regionale per gli imbarcati su natanti di cooperative di pesca, valido per il quadriennio 2024-2027.

    Presenti per le parti sindacali i segretari regionali Michele Sapia (Fai Cisl), Caterina Vaiti (Flai Cgil), Pasquale Barbalaco (Uila Uil) e Gregoria Gioffrè (Responsabile Uila Pesca), per le Parti datoriali regionali il presidente Camillo Nola (Confcooperative), Manuela Asteriti (vicepresidente Fedagri pesca) e i presidenti Carmine Liotti (Legacoop – Agroalimentare) e Gennaro Raso (Agci – Agrital).

    «Un primo e importante passo per sostenere e valorizzare un comparto strategico, in una regione con circa 800 km di coste e con un’importante tradizione marinaresca e peschicola, ma che vive un periodo particolarmente complesso e difficile – dichiarano i firmatari del contratto. Un considerevole e storico risultato per l’intero comparto ittico calabrese frutto di un percorso di confronto regionale costante e intenso tra organizzazioni sindacali e datoriali». 

    Il contratto regionale prevede, tra gli altri punti, l’istituzione del premio di produttività, la valorizzazione della previdenza complementare, sostenere azioni e attività sul fondamentale tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. «Crediamo che il risultato di oggi debba rappresentare l’avvio di una nuova fase per rilanciare la centralità sia del lavoro degli addetti sia dell’intera filiera ittica che, in termini di occupazione, imbarcazioni e pescato, continua a ridursi costantemente – conclude la nota congiunta. Un comparto che deve essere rimesso al centro della programmazione politica regionale, per cui occorre creare sinergie tra tutti gli attori coinvolti anche per dare ristoro a pescatori e famiglie duramente colpite anche dalle attuali normative europee, valorizzando la pesca di tipo artigianale e prevendendo ulteriori luoghi regionali di ricerca e confronto».

    Nuovo contratto pesca: il commento della Fai-Cisl

    L’integrativo regionale siglato in Calabria per gli imbarcati su natanti delle cooperative della pesca rappresenta una conquista importante per i lavoratori e per tutto il settore, perché mira a consolidare i redditi, le tutele, il lavoro di qualità e nel contempo la produttività del comparto, che nonostante le difficoltà degli ultimi anni rimane strategico per la vita economica e culturale di molti nostri territori e in generale per l’agroalimentare Made in Italy”.

    Lo affermano in una nota della Fai-Cisl nazionale il Segretario Generale Onofrio Rota e il componente di Segreteria Patrizio Giorni, commentando positivamente l’accordo siglato presso Confcooperative Calabria per il nuovo contratto regionale degli imbarcati su natanti di cooperative di pesca, valido per il periodo 2024-2027.

    L’integrativo siglato – commentano Rota e Giorni – è frutto anche di quanto voluto con l’ultimo rinnovo del Contratto nazionale di settore, che prevede esplicitamente sia con l’articolo 25 che con apposite linee guida la promozione della contrattazione territoriale per rilanciare il lavoro ittico nelle cooperative e sostenerne la produttività e qualità, ed è quanto contenuto nell’accordo raggiunto, che fa leva sulla valorizzazione delle relazioni sindacali, della previdenza complementare, della formazione e della maggiore sicurezza e salute sul lavoro, aumenta i permessi straordinari, riconosce 250 euro di premio di produttività, investe sulla tutela delle tipicità marinare locali e lo sviluppo delle potenzialità del comparto in termini di multifunzionalità ambientale, sociale e culturale”.

    Auspichiamo vivamente – concludono i due sindacalisti – che questo primo contratto integrativo faccia da apripista per lo sviluppo di una nuova contrattazione decentrata che integrando il livello nazionale possa dare risposte sempre più puntuali e avanzate alle esigenze di lavoratori e imprese di tutte le nostre filiere ittiche”.



  • Si è riunita ieri, martedì 16 gennaio, a Roma l’Assemblea nazionale dell’Alleanza delle Cooperative Italiane composta da 150 rappresentanti di Agci, Confcooperative e Legacoop che insieme rappresentano il 90% della cooperazione italiana per persone occupate 1,1 milioni e fatturato 150 miliardi di euro.

    «L’Alleanza delle Cooperative continua a essere l’unica vera esperienza di aggregazione tra soggetti diversi nell’ambito della rappresentanza e dei corpi intermedi».

    A dirlo all’unisono sono i presidenti delle tre organizzazioni socie di Alleanza, Giovanni Schiavone (Agci), Maurizio Gardini (Confcooperative) e Simone Gamberini (Legacoop), hanno proposto all’Assemblea un impegnativo programma di azioni.

    Un programma ambizioso che impegna le organizzazioni su una serie di fronti

    In particolare: sul fronte europeo dove sono molti i dossier che la cooperazione di Alleanza sta seguendo insieme e sul fronte legislativo nazionale, tra i quali l’intervento ai tavoli e alle convocazioni istituzionali con un componente per ciascuna organizzazione così da garantire rappresentanza e partecipazione nel confronto con le istituzioni.

    L’Assemblea ha approvato il bilancio dell’Associazione, ha approvato modifiche statutarie necessarie a meglio definire il ruolo di coordinamento del movimento cooperativo italiano maggiormente rappresentativo e soprattutto ha approvato un nuovo patto politico che contiene un programma di attività 2024 che vedrà Alleanza impegnata a portare avanti in tutte le sedi istituzionali italiane ed europee le istanze della cooperazione italiana.


  • servizio civile

    Servizio Civile: con Confcooperative 1595 operatori volontari impegnati in 109 progetti

    Pubblicato il bando per il servizio civile. Con confcooperative 1595 posti disponibili per i 109 progetti presentati.

    Il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, delle Regioni e Province autonome, ha pubblicato il bando per la selezione di 52.236 volontari per il Servizio Civile Nazionale. 

    Scade il 15 febbraio 2024, entro e non oltre le ore 14, il termine ultimo per presentare la propria candidatura per uno dei 1595 posti come operatori volontari del Servizio Civile Universale nei 109 progetti presentati da Confcooperative nei settori dell’assistenza, educazione e promozione culturale, agricoltura sociale, patrimonio ambientale e riqualificazione urbana, patrimonio storico artistico e culturale, protezione civile.

    Inoltre, 336 sono i posti riservati in 74 progetti ai giovani con minori opportunità (bassa scolarizzazione, difficoltà economiche e giovani con temporanea fragilità personale e sociale).

    Tutti i progetti prevedono un periodo dedicato all’attività di tutoraggio, un percorso (da 1 a 3 mesi) di ‘accompagnamento’ nel mondo del lavoro dove un tutor illustrerà i canali per accedervi e mostrerà al giovane volontario come compilare correttamente un curriculum vitae evidenziando skills, esperienze e titoli.

    Come presentare la domanda

    Gli aspiranti operatori volontari (tra i 18 anni compiuti e i 28 anni non superati) devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it. Grazie ad un sistema di ricerca con filtri, si può scegliere il progetto per il quale candidarsi. 

    È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto ed un’unica sede. Ai giovani selezionati, che saranno poi avviati al servizio civile, è riconosciuto un assegno mensile pari a 507,30 euro.

    Sui siti internet del Dipartimento www.politichegiovanili.gov.it e www.scelgoilserviziocivile.gov.it è disponibile la Guida per la compilazione e la presentazione della Domanda on-line con la piattaforma DOL.

    Per ulteriori informazioni è possibile consultare la pagina del sito web del Servizio civile della Confcooperative: https://www.serviziocivile.coop/News/ArtMID/578/ArticleID/3500/BANDO-VOLONTARI-2023. Infine su  https://www.serviziocivile.coop/Progetti  si possono trovare tutte le opportunità offerte dall’organizzazione.


  • natale-confcooperative

    Per il cenone di Natale gli italiani spenderanno 2,9 miliardi di euro: 400 milioni in più dello scorso anno e 200 milioni più del Natale pre Covid. L’impennata nella spesa è determinata, però, non dai maggiori consumi, ma dagli aumenti generalizzati dei prezzi.

    Salgono dell’8% le tredicesime, dai 45,7 miliardi dello scorso anno ai 50 miliardi di quest’anno grazie al miglior andamento dell’occupazione, al minor impatto della CIG, ma le retribuzioni sono erose dall’andamento inflattivo che è stato alto tutto l’anno e che secondo lo studio Censis Confcooperative è costata 100 miliardi di potere d’acquisto.

    Il trend dice che primeggiano le spese personali, si erodono i risparmi a causa dell’inflazione a due cifre e all’impennata della bolletta energetica. Continua ad allargarsi la forbice tra chi può spendere e risparmiare e chi scivola sempre più in povertà. Abbiamo 1 italiano su 3 che andrà in vacanza, in aumento rispetto allo scorso anno quando c’era 1 italiano su 4 a partire per le vacanze e l’esercito dei poveri assoluti e relativi che sfonda il muro dei 10 milioni di persone.  

    Paese segnato da egoismo, difficoltà economiche e polarizzazione delle diseguaglianze, dall’agio al disagio si acuiscono le differenze

    L’Italia della paura e dell’egoismo è segnata dalla polarizzazione delle posizioni tra chi ce la fa e chi ha problemi a sbarcare il lunario. Un solco sempre più profondo divide chi può da chi non può. È forte il clima di incertezza per i morsi dell’inflazione che mina la capacità di acquisto di 2 italiani su 4. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro studi di Confcooperative.  

    La spesa a tavola

    Il cenone vedrà aumentare il numero di partecipanti. In media si passerà dai 6 agli 8 componenti che, nella maggior parte dei casi, esalteranno le eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy. Le bollicine italiane, preferite a quelle d’oltralpe, si confermano le immancabili superstar dei cenoni con circa 60 milioni di tappi pronti a saltare da bottiglie di spumante e prosecco Made in Italy.

     Per il menù di Natale, nel piatto in pole position la tradizione: vongole e frutti di mare per i primi piatti (165 milioni di euro, sui frutti di mare pesa l’effetto granchio blu che ha decimato le coltivazioni soprattutto nell’alto Adriatico); pesce per i secondi piatti (495 milioni di euro); carne, salumi e uova (510 milioni di euro); vini, spumanti e prosecchi (430 milioni di euro); frutta, verdura e ortaggi (385 milioni di euro). Pasta, pane, farina e olio (320 milioni di euro). Non mancherà il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (155 milioni). Chiuderà il paniere il ricco carrello dei dolci composto da panettone e pandoro in primis, oltre alle tantissime specialità dolciarie regionali (400 milioni di euro). 

    Per Natale in viaggio più di 1 italiano su 3.

    Per Natale saranno in 19.000.000 a fare i bagagli. Tra le destinazioni vincono montagna e agriturismo, seguono le città d’arte e le destinazioni termali. I più facoltosi viaggeranno verso mete esotiche.


  • Imprese, Bitonci (Mimit): Nel 2024 la riforma del sistema di vigilanza

    Cooperative promotrici di sviluppo. Nel 2024 verrà attuata un’importante riforma del sistema di vigilanza.

    «La cooperazione è promotrice dello sviluppo nazionale con il suo impatto sul Pil che è pari all’8%. Il ruolo dei revisori non è solo ispettivo ma deve essere anche di accompagnamento. Attueremo nel 2024 un’importante riforma del sistema di vigilanza, le cooperative sane di Confcooperative e dell’Alleanza, non possono essere tacciate di mala gestione, combatteremo lavoro nero e false cooperative».

    Lo dice Massimo Bitonci sottosegretario al Mimit intervenendo alla cerimonia di assegnazione dei tesserini di abilitazione all’albo dei nuovi revisori di Confcooperative. Alla cerimonia è intervenuto Giulio Mario Donato Direttore Generale per la vigilanza sugli enti cooperativi e sulle società.

    Lotta senza quartiere alle false imprese

    «Abbiamo eseguito il 99,96% delle revisioni previste. Ce ne sono mancate 6 su 17.000. Ispezioniamo – dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative – la totalità delle nostre cooperative portandole a sanare le eventuali irregolarità o denunciandole al Mimit laddove le irregolarità sussistano. Siamo disponibili – aggiunge Gardini – a offrire le nostre competenze, la nostra forza e la nostra capacità per fare vigilanza alle cooperative non aderenti».

    «Assolviamo pienamente alla funzione di controllo Che i padri costituenti ci hanno assegnato nell’art.45 della costituzione. Ma non basta. Occorre – conclude Gardini – una lotta senza quartiere contro le false imprese di qualsiasi natura giuridica esse siano, senza riserve intoccabili: false Spa e scatole cinesi, false Srl semplificate, false cooperative, false imprese semplici e artigiane. colpendo le false imprese e altrettanto duramente anche chi utilizza consapevolmente le imprese criminali per lucrare nelle proprie aziende e trarre illegalmente un vantaggio competitivo».


  • Marche, Confcooperative in campo per ricostruzione post-sisma

    ‘Dalle norme all’attuazione: progetti per la ricostruzione e la crescita sociale’. Confronto per fare il punto sul sisma del 2016

    ‘Dalle norme all’attuazione: progetti per la ricostruzione e la crescita sociale’ è il titolo del convegno che si è tenuto lunedì 27 novembre, nella Sala della Regione a Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno.

    Un momento di confronto tra cooperative aderenti, consorzi e soci con il mondo istituzionale, ecclesiastico, accademico e imprenditoriale, organizzato da Confcooperative Lavoro e Servizi, Confcooperative Marche con il patrocinio del comune di Ascoli Piceno.

    L’incontro è stata l’occasione per fare il punto su quanto è stato fatto e quanto resta ancora da fare dai tragici eventi del 2016.

    Dopo i saluti del Sindaco di Ascoli Piceno Fioravanti, dell’Arcivescovo Mons. Palmieri e del Presidente CCIAA Marche, il tema è stato affrontato dal Presidente Confcooperative Lavoro e Servizi Massimo Stronati insieme al Sen. Guido Castelli – Commissario Straordinario alla Ricostruzione e da numerose altre personalità del mondo economico e politico.

    Collaborazione e coinvolgimento dei territori: formula per la ricostruzione

    «Come cooperazione siamo pronti a facilitare reti di impresa sul territorio mettendo a disposizione il know how e le competenze provenienti dalle esperienze imprenditoriali del paese. Per la ricostruzione crediamo in una formula di collaborazione integrata e completa che passi attraverso il coinvolgimento dei territori, delle comunità per fare bene e creare lavoro buono». È questo il messaggio che il presidente Confcooperative Lavoro e Servizi Massimo Stronati ha lanciato nel corso dei lavori.

    «Oggi il tema del salario minimo e del lavoro sono al centro del dibattito politico – ha proseguito il presidente Stronati – e la prima risposta può essere rappresentata dal nuovo codice dei contratti pubblici che con l’articolo 11 lega il CCNL all’oggetto dell’appalto. Si crea così lavoro qualificato, salari adeguati e acquisti/servizi efficienti».

    Il Commissario alla Ricostruzione del Cratere, Guido Castelli ha ricordato come: «la fase iniziale del commissariamento sia partita in modo lento ma che molto si è lavorato per sburocratizzare le procedure per far partire i lavori – e ha sottolineato – come in questo momento sia necessario mettere in campo imprese qualificate e che rispondano ai bandi di gara che purtroppo stanno andando deserte. Contesto, quello della ricostruzione, in cui – ha detto Castelli – occorre puntare sulla transizione ambientale e tenere conto della crisi climatica».

    Molto interessante la proposta del presidente della Camera di Commercio delle Marche e vice presidente Unioncamere nazionale Gino Sabatini «di far interagire nel caso della ricostruzione imprese e committenza in una piattaforma digitale».

    Emozionante il contributo del Monsignor Palmieri, Arcivescovo di Ascoli che, parlando della cooperazione, ha citato l’episodio degli amici che aiutano il paralitico di Cafarnao, dal Vangelo. 


  • Cestino con pere.

    L’allarme dell’Alleanza delle Cooperative: produzione di pere crollata del 75%

    Il mercato delle pere italiane è in grave crisi. Lo denunciano l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane e Nomisma nel corso di un evento organizzato al Masaf.

    Il mercato delle pere italiane è in grave crisi. Lo denunciano l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane e Nomisma nel corso di un evento organizzato al Masaf che ha visto la partecipazione del sottosegretario Patrizio La Pietra.

    Secondo le stime dell’organizzazione di rappresentanza delle cooperative agricole italiane, negli ultimi cinque anni c’è stato un crollo del 75% della produzione di pere e un contestuale calo delle superfici (-35% negli ultimi dodici anni). Le cause della crisi del settore sono da ricercare negli eventi atmosferici che hanno danneggiato le produzioni e costretto diversi agricoltori ad abbondonare i terreni.

    Crisi mercato delle pere: le regioni colpite

    Sono soprattutto le regioni del nord, principale bacino produttivo del pero in Italia, quelle che hanno patito maggiormente la crisi produttiva. Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, che detengono il 74% delle superfici hanno registrato tutte un netto calo di ettari coltivati, con la sola eccezione del Piemonte.

    L’impatto delle calamità naturali e dei parassiti

    Le rese produttive – spiega Ersilia Di Tullio di Nomisma – sono passate da una media di 20,6 tonnellate per ettaro del 2022 alle 7,5 di quest’anno”. Situazione negativa anche in Europa dove il calo produttivo è del 12,2% dal 2020 al 2022, a fronte di una crescita esponenziale di paesi extra-Ue, come l’Argentina (+13,8% negli ultimi due anni)”.

    Non ci sono solo le alluvioni, le gelate tardive e in generale gli agenti atmosferici tra i responsabili della crisi produttiva del mercato delle pere. Davide Vernocchi, Coordinatore Ortofrutta di Alleanza cooperative, individua anche un’altra problematica che ha condizionato la resa produttiva.

    Se negli anni addietro i nostri problemi erano il mercato e l’apertura di nuovi sbocchi commerciali, quest’anno purtroppo non siamo proprio riusciti a produrre“, spiega Vernocchi “Troppo numerose le calamità che hanno causato questo drastico calo produttivo, connesse al cambiamento climatico e all’impatto di insetti e parassiti: nel 2019 la cimice asiatica, nel 2021 le gelate tardive, nel 2022 la siccità, per finire nel 2023 con nuove gelate e i danni dell’alluvione“.



  • “Un grande giorno per gli agricoltori e per tutti i cittadini europei. Il voto in plenaria del Parlamento Ue ha rigettato una proposta irrazionale e ideologica, che pur muovendo da obiettivi di sostenibilità ambientale pienamente condivisibili, era stata scritta senza un’adeguata valutazione di impatto. Se fosse stata approvata nella sua formulazione originaria, con gli obiettivi fissati di riduzione dei fitofarmaci per le varie colture, la riforma avrebbe comportato tra le altre cose un aumento delle importazioni di prodotti alimentari di paesi extra Ue, che non vengono sottoposti ai controlli rigidi già oggi obbligatori in Europa. Un vero e proprio salto nel buio che avrebbe messo a rischio intere produzioni strategiche del nostro made in Italy agroalimentare, con un conseguente impatto occupazionale ed economico devastante per il nostro paese”.

    Così il Presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini commenta il voto odierno del Parlamento europeo che ha respinto in votazione plenaria a Strasburgo la proposta di riforma dei fitofarmaci presentata dalla Commissione.

    Con la bocciatura da parte dell’europarlamento, si attende ora il pronunciamento del Consiglio.

    “Presto sarà possibile pertanto – prosegue Piccinini – riaprire un confronto sulla questione con la nuova Commissione e il nuovo Parlamento che usciranno dalle prossime elezioni. Il nostro auspicio è che si possa riformulare una proposta che non sia influenzata dall’ideologia e dal populismo”.

    “Gli agricoltori non possono continuare ad essere considerati nemici dell’ambiente”, ha concluso il presidente di Confcooperative Fedagripesca. “È infatti sotto gli occhi di tutti il grande impegno profuso negli ultimi anni dalle aziende agricole e dalle imprese agroalimentari, che hanno fatto grandi sforzi per ridurre il loro impatto sull’ambiente, sia nelle fasi di coltivazione che in quelle di trasformazione industriale”.

    Il Presidente di Confcooperative Fedagripesca commenta anche il risultato del voto in plenaria sulla normativa imballaggi esprimendo “apprezzamento per le modifiche introdotte dal Parlamento Ue, senz’altro migliorative del testo proposto dalla Commissione, ben sapendo che la parola definitiva ci sarà solo dopo il passaggio al Consiglio UE”.

    Tra gli emendamenti approvati, da segnalare quello che elimina il divieto di utilizzo di confezioni monouso per l’ortofrutta al di sotto di un chilo e mezzo”.


  • Donne, Manca vicepresidente Confcooperative: «Rafforzare la rete dei centri antiviolenza, siano inseriti tra i Lea»

    «Rafforzare la rete dei centri antiviolenza, siano inseriti tra i Lea», Anna Manca, in occasione della giornata di contrasto alla violenza contro le donne.

    «Riconoscere tra i Lea (Livelli essenziali di assistenza) i servizi di accoglienza, protezione e tutela garantiti dai centri antiviolenza così che ogni donna vittima di abusi possa trovare risposte concrete e immediate in ogni parte d’Italia».

    È la richiesta che Anna Manca, vicepresidente di Confcooperative e presidente della Commissione dirigenti cooperatrici, lancia in occasione della giornata di contrasto alla violenza contro le donne.

    «La convenzione di Istanbul prevede 1 centro antiviolenza ogni 10.000 abitanti. Con una popolazione di 60 milioni, nel nostro Paese dovrebbero esserne attivi almeno 6.000. Tra centri violenza e case rifugio sono circa 1000».

    «Lo sdegno e il dolore persistono e siamo stanche di parole, siamo stanche di banalizzazione e di discorsi, molti fuori luogo, inutili passerelle per il 25 novembre. Sappiamo che serve un lavoro profondo e costante. Per questo continuiamo con determinazione la campagna #Fattisentirecontrolaviolenza lanciata da oltre due anni estendendo sempre più la rete delle collaborazioni con tutti i soggetti, le associazioni impegnate in azioni di contrasto o di promozione della cultura del rispetto e della non violenza. Ma soprattutto cerchiamo di far conoscere e valorizzare l’azione e le professionalità delle nostre cooperative impegnate in prima linea su tutto il territorio nazionale in servizi di accoglienza tutela e protezione, nonché di inclusione lavorativa delle donne vittime».

    «Ora però tocca agli uomini, tocca a loro assumersi la responsabilità dei loro comportamenti individuali e condannare sempre pubblicamente le situazioni in cui le donne non vengono rispettate. Solo così – aggiunge Maurizio Gardini presidente di Confcooperative – si potrà essere protagonisti del vero cambiamento culturale e aiutare le nuove generazioni a costruire relazioni sane».


  • I finalisti del premio BITAC 2023

    Il vincitore del premio Bitac 2023 è Stream scarl con il progetto “Casematte/32 aprile” a Taranto

    L’edizione 2023 della Bitac – Borsa italiana del turismo cooperativo e associativo si è conclusa a Ravenna, lasciando un’impronta significativa nel settore del turismo sostenibile. Con un focus su comunità, sviluppo sostenibile, e nuovi modelli di gestione, la BITAC ha evidenziato l’importanza delle aree interne e dei borghi, promuovendo l’occupazione e l’innovazione.

    Quest’anno, la Bitac ha ospitato numerose cooperative, offrendo formazione su temi specifici e facilitando tavoli di progettazione incentrati su argomenti come il turismo scolastico, enoturismo, ospitalità, turismo delle radici e accessibilità. Questi incontri hanno stimolato dialoghi costruttivi e idee innovative, dimostrando l’impegno della cooperazione nel rinnovamento del turismo.

    Il culmine dell’evento è stato il Premio BITAC 2023, che ha messo in luce progetti di elevata qualità da tutta Italia. Tra i finalisti:

    B Life società cooperativa sociale onlus con “Corte Lusenzo – Inclusive Hotel” a Chioggia, un progetto che combina riqualificazione urbana e inserimento lavorativo di giovani.
    Handicrea Handicap Ricerche e Attività scarl con “Trentino da esplorare per tutti”, rendendo il Trentino accessibile a tutti e omaggiando Graziella, anima del progetto.
    Incastello società cooperativa di comunità con “Vivi da vicino” in Abruzzo, che valorizza l’animazione e il coinvolgimento comunitario nei borghi più belli d’Italia.
    SimulArte Società Cooperativa con “Music System Italy” da Udine, che fonde formazione musicale e scoperta turistica.
    Il vincitore del premio Bitac 2023 è Stream scarl con il progetto “Casematte/32 aprile” a Taranto, che si distingue per la valorizzazione delle persone, delle comunità e dei giovani, rendendo tutti protagonisti.

    Questo evento ha dimostrato ancora una volta come la cooperazione sia un attore sempre più influente nel settore del turismo, portando idee nuove e progetti rivoluzionari. Un ringraziamento va a tutti i partecipanti che hanno reso questa edizione della BITAC vivace, dinamica e ricca di ispirazione.


  • Premio BITAC 2023

    Prenderà il via il 23 novembre a Ravenna l’edizione 2023 della BITAC, Borsa Italiana del Turismo Cooperativo e Associativo.

    Prenderà il via il 23 novembre a Ravenna l’edizione 2023 della BITAC, Borsa Italiana del Turismo Cooperativo e Associativo, la manifestazione è promossa dalle articolazioni settoriali dedicate al turismo delle tre principali centrali cooperative italiane riunite nell’Alleanza delle Cooperative Italiane Turismo.

    Il Premio BITAC è stato ideato per far conoscere i tanti progetti di turismo che ogni anno le imprese cooperative realizzano, portandoci così alla scoperta di luoghi meno noti del nostro Paese, di differenti modalità di fruizione di mete già visitate, di proposte che valorizzano tradizioni antiche e nuove tendenze, sempre in un’ottica di turismo sostenibile e responsabile. Il Premio BITAC vuole dare testimonianza di questa ricchezza di idee e della capacità di tradurle in progetti concreti.

    Programma dell’evento

    La manifestazione si svolgerà in due luoghi simbolo di cultura e turismo per la città di Ravenna: la residenza nobiliare Palazzo Rasponi dalle Teste, dove si terranno i convegni del 23 novembre aperti al pubblico e i tavoli di co-progettazione del 24 novembre (dedicati agli iscritti), e il Mercato Coperto, dove si svolgerà la cerimonia di proclamazione del Premio Bitac 2023. 

    Il programma della giornata del 23 novembre, aperta al pubblico, si apre alle 10.30 a Palazzo Rasponi (piazza Kennedy, 12) e prevede una serie di convegni: ore 10.45 “Il PNRR per lo sviluppo turistico: nuovi sistemi di relazione tra pubblico e privato per la valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico”; ore 12.30 “Terra, Storia, Cultura, Identità, Autenticità e organizzazione del viaggio Enoturistico”; ore 14.30 “Intelligenza artificiale e turismo: nuove opportunità nella gestione dell’offerta turistica” e contemporaneamente “Piattaforme integrate multicanale di visitor journey, dalla vendita alla promozione”; ore 15.30 “Progettare prodotti, servizi e itinerari turistici accessibili, multiculturali interreligiosi” e contemporaneamente “Le PMI turistiche adottano tattiche di sostenibilità. Il progetto COSME First Mille crea una rete europea”; ore 16.30 “Turismo scolastico e città d’arte” e contemporaneamente “Manuale breve di gestione di una struttura ricettiva: valore, opportunità e difficoltà per le cooperative”. Alle 18 ci si sposterà poi al Mercato Coperto in piazza Andrea Costa per il Premio BITAC 2023. 

    Il 24 novembre sono invece previsti i tavoli tematici di co-progettazione, luogo i cui ci si confronta e nascono opportunità di collaborazione e business tra cooperative


  • birra messina cooperativa

    L’allarme di Coldiretti: a rischio il futuro della birra italiana artigianale

    Le alluvioni e i nubifragi degli ultimi mesi hanno portato ad un calo del 20% della produzione di luppolo in Italia.

    Crolla la produzione di luppolo in Italia con un calo del 20% nel 2023 a causa del maltempo che, fra eventi estremi come nubifragi e alluvioni e temperature impazzite hanno tagliato le rese sui circa 100 ettari coltivati in Italia mettendo a e rischio il futuro della birra artigianale. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti con il Consorzio Birra Italiana in occasione della Giornata nazionale del luppolo italiano presso il centro congressi di Palazzo Rospigliosi, in via XXIV Maggio 43 a Roma con l’apertura del salone dei luppoli Made in Italy e il forum sul futuro del settore con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, il segretario generale della Coldiretti Enzo Gesmundo e il presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso.

    Il luppolo – spiega Coldiretti – è un componente fondamentale della birra alla quale conferisce sapori e profumi legati proprio ai territori in cui viene coltivata la pianta. Le varietà più diffuse in Italia sono Cascade, Chinook e Comet. Nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano hanno tagliato le produzioni agricole in un 2023 che – sottolineano Coldiretti e il Consorzio – si classifica come l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro. Effetti della tropicalizzazione del clima che – evidenzia Coldiretti – hanno colpito le coltivazioni di luppolo nazionale concentrati in particolare in Piemonte, Emilia Romagna, Friuli, Veneto, Lombardia, Umbria e Abruzzo, ma con campi sperimentali anche in Sicilia e Sardegna con l’aumento +64% delle superfici coltivate negli ultimi cinque anni.

    Oltre al luppolo, per la produzione di birra serve anche l’orzo con 24mila ettari a livello nazionale, dal quale si ottiene il malto di cui l’Italia produce appena il 40% del proprio fabbisogno, peraltro con la resa in calo del 4% nel 2023 a causa del clima.

    Tutte materie prime necessarie per rispondere alle esigenze di una filiera della birra italiana artigianale che – spiegano Coldiretti e il Consorzio – conta su 1.182 microbirrifici e brew pub su tutto il territorio nazionale, che sono praticamente triplicati negli ultimi 10 anni. La più alta concentrazione è in Lombardia (184), Veneto (129), Piemonte (104), Toscana (89), Campania (81) e Lazio (70). Ma ci sono presenze importanti anche in Puglia (66), Sicilia (65), Emilia Romagna (63), Marche (54) e Sardegna (51).

    L’impatto del cambiamento climatico sui birrifici italiani

    Il cambiamento climatico – evidenziano Coldiretti e il Consorzio – minaccia la produzione di birra in tutta Europa perché a causa del cambiamento climatico entro il 2050 si prevede un significativo calo della quantità e della qualità del luppolo usato per aromatizzare la bevanda, secondo uno studio pubblicato su Nature Communications da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca. I ricercatori hanno calcolato che entro il 2050 la produzione di luppolo calerà tra il 4 e il 18%, mentre il suo contenuto di alfa acidi, la componente aromatica che trasmette il sapore alla birra, si ridurrà del 20-31%

    La filiera della birra artigianale italiana, dal campo alla tavola, offre lavoro a circa 93.000 addetti: da chi coltiva i prodotti agricoli che servono alla bevanda alla produzione delle bottiglie, dalle etichette ai tappi, dalla logistica alla comunicazione, ma non mancano neppure quelli coinvolti nello sviluppo del turismo con il progetto del Consorzio di creare almeno una strada della birra in ogni regione d’Italia per esaltare la scoperta dei territori e delle produzioni locali.

    I consumi di birra in Italia

    I consumi di birra in Italia sfiorano i 38 litri pro capite – spiegano Coldiretti e il Consorzio – per un totale di 2,2 miliardi di litri e un valore di 9,5 miliardi di euro. A fare da traino sono le birre artigianali – continuano Coldiretti e il Consorzio – realizzate con l’utilizzo di ingredienti particolari o realizzate senza pastorizzazione e microfiltrazione per esaltare la naturalità di un prodotto apprezzato da tutte le fasce di età, con i giovani che sempre più cercano la degustazione di qualità più che di quantità. Quasi 2 boccali su 3 sono riempiti con produzioni nazionali, secondo il Consorzio della birra italiana nato con l’appoggio di Coldiretti per rappresentare il meglio delle produzioni artigianali.

    La scelta della birra come bevanda – continuano Coldiretti e il Consorzio – è diventata negli anni sempre più raffinata e consapevole con specialità e varietà particolari: dalla birra aromatizzata alla canapa a quella ligure affumicata con le castagne, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con il miele di erica alla birra e non manca neppure la birra aromatizzata al pane e quella al grano saraceno.

    Si tratta di produzioni molto spesso realizzate da giovani con particolare attenzione al tema della sostenibilità e profonde innovazioni come – proseguono Coldiretti e il Consorzio – la tracciabilità completa dal campo al bicchiere, la certificazione d’origine a chilometro zero, il legame diretto con le aziende agricole, la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o l’apertura di banchi presso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Si stanno creando anche nuove figure professionali – concludono Coldiretti e il Consorzio – come il “degustatore professionale di birra” che conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di interpretarne, tramite tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali a tavola.

    La crescita della birra artigianale dimostra la capacità innovativa dei nostri imprenditori di investire e conquistare nuovi settori valorizzando le qualità e la biodiversità del Made in Italy” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “il ruolo strategico nel settore di tanti giovani che stanno cambiando profondamente l’agricoltura italiana”.

    Grazie alle caratteristiche geofisiche del nostro paese, la biodiversità è estremamente variegata. Raccontare tutto questo attraverso la birra, è il modo per vincere sui mercati internazionali con il nostro Made in Italy” afferma il presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso nel sottolineare che “il Consorzio da sei anni si impegna perché tutto questo sia possibile ed avvenga. La giornata del luppolo italiano serve a raccontare come la filiera e la biodiversità possono entrare nelle nostre produzioni nazionali”.