Categoria: News


  • “Un grande giorno per gli agricoltori e per tutti i cittadini europei. Il voto in plenaria del Parlamento Ue ha rigettato una proposta irrazionale e ideologica, che pur muovendo da obiettivi di sostenibilità ambientale pienamente condivisibili, era stata scritta senza un’adeguata valutazione di impatto. Se fosse stata approvata nella sua formulazione originaria, con gli obiettivi fissati di riduzione dei fitofarmaci per le varie colture, la riforma avrebbe comportato tra le altre cose un aumento delle importazioni di prodotti alimentari di paesi extra Ue, che non vengono sottoposti ai controlli rigidi già oggi obbligatori in Europa. Un vero e proprio salto nel buio che avrebbe messo a rischio intere produzioni strategiche del nostro made in Italy agroalimentare, con un conseguente impatto occupazionale ed economico devastante per il nostro paese”.

    Così il Presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini commenta il voto odierno del Parlamento europeo che ha respinto in votazione plenaria a Strasburgo la proposta di riforma dei fitofarmaci presentata dalla Commissione.

    Con la bocciatura da parte dell’europarlamento, si attende ora il pronunciamento del Consiglio.

    “Presto sarà possibile pertanto – prosegue Piccinini – riaprire un confronto sulla questione con la nuova Commissione e il nuovo Parlamento che usciranno dalle prossime elezioni. Il nostro auspicio è che si possa riformulare una proposta che non sia influenzata dall’ideologia e dal populismo”.

    “Gli agricoltori non possono continuare ad essere considerati nemici dell’ambiente”, ha concluso il presidente di Confcooperative Fedagripesca. “È infatti sotto gli occhi di tutti il grande impegno profuso negli ultimi anni dalle aziende agricole e dalle imprese agroalimentari, che hanno fatto grandi sforzi per ridurre il loro impatto sull’ambiente, sia nelle fasi di coltivazione che in quelle di trasformazione industriale”.

    Il Presidente di Confcooperative Fedagripesca commenta anche il risultato del voto in plenaria sulla normativa imballaggi esprimendo “apprezzamento per le modifiche introdotte dal Parlamento Ue, senz’altro migliorative del testo proposto dalla Commissione, ben sapendo che la parola definitiva ci sarà solo dopo il passaggio al Consiglio UE”.

    Tra gli emendamenti approvati, da segnalare quello che elimina il divieto di utilizzo di confezioni monouso per l’ortofrutta al di sotto di un chilo e mezzo”.


  • Donne, Manca vicepresidente Confcooperative: «Rafforzare la rete dei centri antiviolenza, siano inseriti tra i Lea»

    «Rafforzare la rete dei centri antiviolenza, siano inseriti tra i Lea», Anna Manca, in occasione della giornata di contrasto alla violenza contro le donne.

    «Riconoscere tra i Lea (Livelli essenziali di assistenza) i servizi di accoglienza, protezione e tutela garantiti dai centri antiviolenza così che ogni donna vittima di abusi possa trovare risposte concrete e immediate in ogni parte d’Italia».

    È la richiesta che Anna Manca, vicepresidente di Confcooperative e presidente della Commissione dirigenti cooperatrici, lancia in occasione della giornata di contrasto alla violenza contro le donne.

    «La convenzione di Istanbul prevede 1 centro antiviolenza ogni 10.000 abitanti. Con una popolazione di 60 milioni, nel nostro Paese dovrebbero esserne attivi almeno 6.000. Tra centri violenza e case rifugio sono circa 1000».

    «Lo sdegno e il dolore persistono e siamo stanche di parole, siamo stanche di banalizzazione e di discorsi, molti fuori luogo, inutili passerelle per il 25 novembre. Sappiamo che serve un lavoro profondo e costante. Per questo continuiamo con determinazione la campagna #Fattisentirecontrolaviolenza lanciata da oltre due anni estendendo sempre più la rete delle collaborazioni con tutti i soggetti, le associazioni impegnate in azioni di contrasto o di promozione della cultura del rispetto e della non violenza. Ma soprattutto cerchiamo di far conoscere e valorizzare l’azione e le professionalità delle nostre cooperative impegnate in prima linea su tutto il territorio nazionale in servizi di accoglienza tutela e protezione, nonché di inclusione lavorativa delle donne vittime».

    «Ora però tocca agli uomini, tocca a loro assumersi la responsabilità dei loro comportamenti individuali e condannare sempre pubblicamente le situazioni in cui le donne non vengono rispettate. Solo così – aggiunge Maurizio Gardini presidente di Confcooperative – si potrà essere protagonisti del vero cambiamento culturale e aiutare le nuove generazioni a costruire relazioni sane».


  • I finalisti del premio BITAC 2023

    Il vincitore del premio Bitac 2023 è Stream scarl con il progetto “Casematte/32 aprile” a Taranto

    L’edizione 2023 della Bitac – Borsa italiana del turismo cooperativo e associativo si è conclusa a Ravenna, lasciando un’impronta significativa nel settore del turismo sostenibile. Con un focus su comunità, sviluppo sostenibile, e nuovi modelli di gestione, la BITAC ha evidenziato l’importanza delle aree interne e dei borghi, promuovendo l’occupazione e l’innovazione.

    Quest’anno, la Bitac ha ospitato numerose cooperative, offrendo formazione su temi specifici e facilitando tavoli di progettazione incentrati su argomenti come il turismo scolastico, enoturismo, ospitalità, turismo delle radici e accessibilità. Questi incontri hanno stimolato dialoghi costruttivi e idee innovative, dimostrando l’impegno della cooperazione nel rinnovamento del turismo.

    Il culmine dell’evento è stato il Premio BITAC 2023, che ha messo in luce progetti di elevata qualità da tutta Italia. Tra i finalisti:

    B Life società cooperativa sociale onlus con “Corte Lusenzo – Inclusive Hotel” a Chioggia, un progetto che combina riqualificazione urbana e inserimento lavorativo di giovani.
    Handicrea Handicap Ricerche e Attività scarl con “Trentino da esplorare per tutti”, rendendo il Trentino accessibile a tutti e omaggiando Graziella, anima del progetto.
    Incastello società cooperativa di comunità con “Vivi da vicino” in Abruzzo, che valorizza l’animazione e il coinvolgimento comunitario nei borghi più belli d’Italia.
    SimulArte Società Cooperativa con “Music System Italy” da Udine, che fonde formazione musicale e scoperta turistica.
    Il vincitore del premio Bitac 2023 è Stream scarl con il progetto “Casematte/32 aprile” a Taranto, che si distingue per la valorizzazione delle persone, delle comunità e dei giovani, rendendo tutti protagonisti.

    Questo evento ha dimostrato ancora una volta come la cooperazione sia un attore sempre più influente nel settore del turismo, portando idee nuove e progetti rivoluzionari. Un ringraziamento va a tutti i partecipanti che hanno reso questa edizione della BITAC vivace, dinamica e ricca di ispirazione.


  • Premio BITAC 2023

    Prenderà il via il 23 novembre a Ravenna l’edizione 2023 della BITAC, Borsa Italiana del Turismo Cooperativo e Associativo.

    Prenderà il via il 23 novembre a Ravenna l’edizione 2023 della BITAC, Borsa Italiana del Turismo Cooperativo e Associativo, la manifestazione è promossa dalle articolazioni settoriali dedicate al turismo delle tre principali centrali cooperative italiane riunite nell’Alleanza delle Cooperative Italiane Turismo.

    Il Premio BITAC è stato ideato per far conoscere i tanti progetti di turismo che ogni anno le imprese cooperative realizzano, portandoci così alla scoperta di luoghi meno noti del nostro Paese, di differenti modalità di fruizione di mete già visitate, di proposte che valorizzano tradizioni antiche e nuove tendenze, sempre in un’ottica di turismo sostenibile e responsabile. Il Premio BITAC vuole dare testimonianza di questa ricchezza di idee e della capacità di tradurle in progetti concreti.

    Programma dell’evento

    La manifestazione si svolgerà in due luoghi simbolo di cultura e turismo per la città di Ravenna: la residenza nobiliare Palazzo Rasponi dalle Teste, dove si terranno i convegni del 23 novembre aperti al pubblico e i tavoli di co-progettazione del 24 novembre (dedicati agli iscritti), e il Mercato Coperto, dove si svolgerà la cerimonia di proclamazione del Premio Bitac 2023. 

    Il programma della giornata del 23 novembre, aperta al pubblico, si apre alle 10.30 a Palazzo Rasponi (piazza Kennedy, 12) e prevede una serie di convegni: ore 10.45 “Il PNRR per lo sviluppo turistico: nuovi sistemi di relazione tra pubblico e privato per la valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico”; ore 12.30 “Terra, Storia, Cultura, Identità, Autenticità e organizzazione del viaggio Enoturistico”; ore 14.30 “Intelligenza artificiale e turismo: nuove opportunità nella gestione dell’offerta turistica” e contemporaneamente “Piattaforme integrate multicanale di visitor journey, dalla vendita alla promozione”; ore 15.30 “Progettare prodotti, servizi e itinerari turistici accessibili, multiculturali interreligiosi” e contemporaneamente “Le PMI turistiche adottano tattiche di sostenibilità. Il progetto COSME First Mille crea una rete europea”; ore 16.30 “Turismo scolastico e città d’arte” e contemporaneamente “Manuale breve di gestione di una struttura ricettiva: valore, opportunità e difficoltà per le cooperative”. Alle 18 ci si sposterà poi al Mercato Coperto in piazza Andrea Costa per il Premio BITAC 2023. 

    Il 24 novembre sono invece previsti i tavoli tematici di co-progettazione, luogo i cui ci si confronta e nascono opportunità di collaborazione e business tra cooperative


  • Lavoro, Focus Censis-Confcooperative su mismatch, demografia e grandi dimissioni

    Nuovo Focus Censis-Confcooperative: Lavoro, il mercato contorto: l’Italia alle prese con mismatch, demografia e grandi dimissioni”.

    È stato pubblicato il Focus Censis-Confcooperative intitolato: “Lavoro, il mercato contorto: l’Italia alle prese con mismatch, demografia e grandi dimissioni”.

    Il dato più evidente emerso dal focus è quanto sia ancora difficile far coincidere offerta e domanda di lavoro. Un focus di grande ampiezza che stima le ricadute economiche della mancanza di lavoratori e anche fenomeni nuovi come le dimissioni volontarie.

    Il Presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, ha dichiarato: «Il lavoro c’è, ma continuano a mancare i lavoratori. Il mismatch frena le imprese e presenta un conto salato per il Paese, un costo stimato che equivale a 28 miliardi di euro, l’1,5% del Pil. Servizi, industrie, costruzioni, trasporti ed energia sono i settori più colpiti. Anche le nostre 17.000 cooperative– ha continuato il Presidente- che occupano circa 540.000 persone, potrebbero assumerne almeno altre 30.000, ma non trovano personale qualificato, soprattutto nel welfare, nei servizi alla persona, nell’agroalimentare e nel turismo

    Preoccupa l’invecchiamento dei lavoratori

    Tra il 2012 e il 2022 gli occupati anziani sono aumentati di quasi 3 milioni, passando dai 6,3 milioni del 2012 ai 9 milioni del 2022. L’incremento è stato del 42,4%, tanto che oggi 1 lavoratore su 4 ha più di 50 anni. Sempre nel 2022, risultavano ancora occupati 687 mila individui con un’età uguale o superiore ai 65 anni. Considerando gli over 65 fra il 2012 e il 2022 la componente più anziana è, di fatto, cresciuta del 72,2%.

    Mentre, fra il 2012 e il 2022, i 15-34enni occupati si riducono, in termini assoluti, di 361 mila unità; in termini relativi la variazione negativa è di 6,5%. La quota dei giovani fra gli occupati passa dal 25,1% del 2012 al 22,6%.

    Un nuovo fenomeno: Le dimissioni volontarie

    A spaventare è anche il fenomeno dell’abbandono volontario del posto di lavoro. Secondo il Presidente Gardini sarebbe più opportuno parlare di “mobilità interna” del mercato del lavoro.

    «Nel 2022- ha evidenziato Gardiniil numero di lavoratori dipendenti che si sono dimessi è stato di 1.047.000. Di questi circa 700.000 si sono ricollocati nel giro di tre mesi

    Un trend decisamente in rialzo rispetto all’era pre-Covid, quando nel 2019 le dimissioni volontarie interessavano poco più di 810.000 lavoratori, ma entro tre mesi se ne ricollocava il 63,2%, quasi -4% rispetto al 2022. Il tasso di ricollocazione tende a crescere, in linea tenendo il passo dell’aumento dell’occupazione che si è registrata negli ultimi due anni.

    «In passato- ha sottolineato il Presidente Gardini– ci si dimetteva per guadagnare di più, oggi per svolgere un lavoro più qualificante per le proprie capacità e le proprie competenze.»

    Nel 2012 gli insoddisfatti del proprio lavoro rispetto alle competenze possedute era il 13,1%. Dieci anni più tardi la percentuale ha raggiunto il 36,1%.


  • Lo scioglimento delle cooperative inattive: un passo importante per la trasparenza e la lotta alla falsa cooperazione

    Confcooperative Calabria plaude all’iniziativa del MIMIT in merito allo scioglimento di 4.250 cooperative inattive.

    Nel comunicato stampa rilasciato di recente dal MIMIT e nelle dichiarazioni del Presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini, si è appreso con favore il provvedimento di scioglimento di 4.250 cooperative inattive. Questa misura è stata accolta positivamente anche da Confcooperative Calabria, che la considera fondamentale per promuovere la trasparenza e contrastare la falsa cooperazione.

    Il presidente di Confcooperative Calabria, Camillo Nola, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa per il sistema cooperativo italiano:

    “Questa misura, fortemente attesa dal sistema cooperativo, rappresenta un segnale chiaro e concreto di volontà di purificare il panorama cooperativo italiano. Da anni, Confcooperative Calabria ha chiesto maggiore vigilanza sulle false cooperative nella nostra regione, partecipando attivamente ai tavoli di lavoro degli Ispettorati Territoriali del Lavoro (ITL). È fondamentale che venga garantita trasparenza soprattutto per quelle cooperative che operano con il settore pubblico, spesso sottoposte a critiche generiche o ingenerose.  La lotta alla cattiva impresa, come ha ricordato anche il presidente Gardini, è essenziale per garantire lavoro di qualità e una sana economia. Con questo primo provvedimento, si fa un passo avanti significativo in questa direzione, anche nella nostra regione.”

    Confcooperative Calabria ribadisce la necessità di continuare su questa strada, con l’obiettivo di garantire sempre maggiore trasparenza e salvaguardia in un settore così rilevante e radicato nel tessuto socio-economico del Paese.

    La cooperazione, quando correttamente gestita, può contribuire in modo significativo al benessere e alla crescita delle comunità locali, pertanto è fondamentale contrastare le pratiche che ne alterano il principio fondante. La lotta alla falsa cooperazione e lo scioglimento delle cooperative inattive rappresentano un passo importante per ristabilire fiducia e credibilità nel settore cooperativo italiano.


  • latte prezzo

    Granlatte Granarolo e xFarm Technologies: una nuova piattaforma per una filiera del latte più avanzata e sostenibile

    Il Gruppo Granlatte Granarolo, in collaborazione con xFarm Technologies, ha annunciato un progetto rivoluzionario che mira a digitalizzare e ottimizzare la filiera del latte in Italia.

    Il Gruppo Granlatte Granarolo, in collaborazione con xFarm Technologies, ha annunciato un progetto rivoluzionario che mira a digitalizzare e ottimizzare la filiera del latte in Italia. Questa iniziativa coinvolge circa 600 produttori di latte distribuiti in dodici regioni italiane e si estenderà per un periodo di cinque anni.

    Digitalizzazione e Sostenibilità al centro

    La crescente necessità di monitorare e ridurre l’impronta ambientale, insieme al desiderio di migliorare il benessere animale e di valorizzare questi sforzi agli occhi del consumatore finale, ha spinto Granlatte Granarolo a intraprendere il percorso della digitalizzazione. xFarm Technologies, con il suo know-how, ha sviluppato una piattaforma personalizzata per la filiera di Granlatte Granarolo. Realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, questa piattaforma integra dati e metriche di tutta la filiera, facilitando l’archiviazione e l’elaborazione delle reportistiche.

    Benefici tangibili per gli allevatori

    Grazie al sistema implementato da Granlatte e xFarm Technologies gli allevatori potranno avere una visione chiara e dettagliata delle loro attività, dalla gestione dei quaderni di campagna alle quantità di latte prodotto e alla sua qualità. Questo non solo semplifica la gestione dei dati, ma rende anche le attività di audit interno più efficienti. Gli allevatori potranno inoltre contare sul supporto costante dei consulenti di Granlatte Granarolo e sulla piattaforma sviluppata in collaborazione con xFarm Technologies.

    Verso un futuro sostenibile

    L’Università degli Studi di Brescia, partner di ricerca del progetto, avrà il compito di analizzare i dati raccolti e sviluppare nuovi algoritmi. L’obiettivo è identificare ulteriori indicatori (KPI) che possano guidare il miglioramento della sostenibilità ambientale e del benessere animale lungo la filiera, in un processo ispirato al miglioramento continuo.

    L’annuncio di questa collaborazione tra Granlatte Granarolo e xFarm Technologies segna un passo avanti significativo nella modernizzazione e sostenibilità della filiera del latte in Italia. Con l’adozione di tecnologie avanzate e l’attenzione alla sostenibilità, il futuro del settore lattiero-caseario italiano appare più luminoso e promettente che mai.



  • Si è conclusa ieri a Napoli la sesta edizione della Social Cooperatives International School, l’evento di Confcooperative Federsolidarietà che ogni anno richiama persone da tutto il mondo a confronto su cooperazione sociale, inclusione e innovazione. La Sostenibilità è stato il tema cardine su cui si sono potute confrontare esperienze di rilievo e anche innovative.

    Lo spirito è quello del cooperare, una scuola del cooperare a tutti gli effetti, è la costruzione di Network intorno a progetti imprenditoriali, che però vuole tenere a cuore non solo i temi della sostenibilità, ma anche dell’integrazione e dell’inclusione sociale. Tutto si è potuto sviluppare in un contesto che è quello di Napoli, potendo visitare anche alcune delle bellezze della città gestite da alcune delle nostre cooperative, e soprattutto la possibilità di avere un confronto su alcuni casi studio proposti da esperienze di eccellenze della cooperazione sociale italiana“. Ha dichiarato Stefano Granata, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà.

    Una sesta edizione celebrata con successo– ha continuato il Presidente di Confcooperative Federsolidarietàe possiamo dire alla fine di questi quattro giorni che sicuramente ci sarà un rilancio e il tentativo di ampliare, in quanto le domande sono state tante e da tanti paesi. Il Network si sta evidentemente ampliando e quindi nasce la normale ambizione di poterlo espandere e di rispondere alle domande di tutti”.

    È stata un’esperienza molto intensa-ha concluso Stefano Granata tra i partecipanti e anche tra colori che sono intervenuti, diversi relatori importanti, tanti imprenditori provenienti da tutto il mondo, una sessantina di partecipanti, che ha visto protagonisti anche i cooperatori italiani. È nata la volontà che anche piccoli semi dati dalla scuola possono dare grandi frutti“.



  • Gardini «Cooperative di comunità sono scatto in avanti, ma serve legge ad hoc»

    Oltre 250 cooperative, più di 6.500 soci, 335.000 tra utenti e beneficiari garantite da circa 1000 persone occupate, in prevalenza donne. È questo l’identikit di un fenomeno che sta ridando speranza e un futuro ai territori delle aree interne: le cooperative di comunità. Imprese promosse da chi vive nei territori che rischiano lo spopolamento con l’obiettivo di creare opportunità di sviluppo per contrastarne il declino economico, sociale e demografico.

    Se ne è parlato a Roma al Palazzo della Cooperazione nel corso del workshop promosso da Confcooperative Dall’economia dell’io all’economia del noi: le cooperative di comunità alla presenza del  sottosegretario al ministero delle Imprese del Made in Italy, Massimo Bitonci.

    «Con le cooperative di comunità – ha sottolineato Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – la cooperazione fa un ulteriore salto evolutivo, dal mutualismo degli albori, tra gli anni 80 e-90 del secolo scorso siamo approdati al solidarismo e oggi arriviamo al comunitarismo. La cooperazione si adegua ai tempi e amplia il suo orizzonte aggiungendo un altro tassello alla cura della fragilità, da quella delle persone con la cooperazione sociale e sanitaria, a quella dei territori di cui con le cooperative di comunità si fa carico oggi dello sviluppo di intere comunità e territori a rischio abbandono».

    Un esempio di sussidiarietà, in pieno spirito cooperativo che per crescere ha bisogno di norme che ne favoriscano lo sviluppo. «Al legislatore – ha aggiunto Gardini – chiediamo un quadro normativo certo con regole che sappiamo sostenere la nascita e la crescita di queste nuove esperienze cooperative, uno dei pochi argini al rischio dell’abbandono di territori».

    «Stiamo lavorando su una legge quadro per riprendere un percorso che si era interrotto purtroppo con la scorsa legislatura, per una diversità di visioni dello scorso governo e quello del sistema della cooperazione. Le cooperative di comunità sono una pedina fondamentale per valorizzare tutte le potenzialità di un territorio dalle eccellenze agroalimentari, alla cultura al turismo. Contiamo entro un anno di arrivare all’approvazione della legge». Lo dice Massimo Bitonci, sottosegretario al Mimit, intervenendo al workshop.

    «La fragilità dei territori dipende da tante cose. La stessa connessione internet dove in molti territori non arriva determina l’arretratezza di un territorio. Occorre rovesciare, schemi e modelli. Va rivista la piramide. Ripartire dalle periferie per arrivare al centro, non sempre partendo dal centro si arriva alle periferie». Lo dice monsignor Felice Accrocca, Arcivescovo di Benevento – coordinatore aree interne Conferenza Episcopale Italiana. 

    «La comunità è la protagonista dei modelli di crescita e di sviluppo. I modelli non vanno calati dall’alto devono partire dalle comunità che va rimessa al centro e resa capace di crescere. La chiesa, il governo, ognuno deve fare la sua parte. Noi – ha detto don Mario Pagniello direttore Caritas Italiana – faremo la nostra parte insieme a Confcooperative».


  • Granchio blu, Alleanza Cooperative: “Apprezziamo l’azione del Governo per contenere il fenomeno e sostenere le imprese”

    Alleanza delle Cooperative apprezza gli interventi governativi per contenere il fenomeno dei granchi blu e sostenere le imprese danneggiate.

    “Apprezziamo l’azione del Governo per contenere il fenomeno dei granchi blu e sostenere le imprese danneggiate. Gli strumenti messi in campo dal ministro Lollobrigida accolgono molte delle richieste della cooperazione e sono un segno tangibile di vicinanza al settore. Per questo la manifestazione di protesta in programma domani a Ferrara è stata sospesa anche se resta lo stato di agitazione”. Così Paolo Tiozzo copresidente dell’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura al termine del tavolo convocato presso il Masaf sull’emergenza granchio blu alla presenza del ministro Lollobrigida e del presidente della Commissione agricoltura del Senato De Carlo che sta seguendo i lavori di conversione in legge del decreto asset con i primi stanziamenti per il granchio.

    Gli interventi governativi, spiega la cooperazione, puntano ad un sostegno concreto per i danni subiti e al via libera all’attività di pesca in aree attualmente non battute per valutare lo stato delle risorse e contenere l’espansione del granchio.

    “Bene l’impegno per rendere accessibili alle imprese i primi 2,9 milioni di euro stanziati ad agosto e lo stanziamento di ulteriore 10 milioni di euro, nuove risorse desinate per risarcire i costi del seme delle vongole che è stato mangiato dai granchi. Positive anche le aperture sulla pesca a strascico nelle tre miglia, ma resta da valutare con attenzione l’applicazione alla pesca degli strumenti previsti dal decreto legislativo 102/2004, ora appannaggio solo dell’agricoltura, che dovrebbero trasformare i pescatori, come detto dal ministro, in agricoltori del mare. Uno strumento questo che in agricoltura viene usato per la gestione, tra le altre cose, degli oneri sociali”, prosegue l’Alleanza.

    C’è attesa anche per l’incontro con l’ABI voluto per capire come affrontare la questioni dei mutui e delle rate. “Fornire un aiuto in questo momento consente alle nostre cooperative e ai nostri consorzi di non chiudere le attività. Subito dopo dobbiamo capire come tornare a produrre nelle aree maggiormente colpite che vanno prima bonificata e poi rese nuovamente operative immettendo nuovo seme”, conclude l’Alleanza.



  • Luca Rigotti, Coordinatore vino, “Standard di sostenibilità e tracciabilità tra i prossimi obiettivi”

    Dobbiamo lavorare per fare in modo che non si ripeta un caso Irlanda che ha messo in discussione i principi del mercato unico e dell’Organizzazione Comune di mercato, quest’ultima nata proprio per garantire un’applicazione condivisa dei principi e delle regole europee in tutti gli Stati membri. L’approccio ideologico e mistificatorio degli health warnings in etichetta scarica la responsabilità sui consumatori e non risolve il problema, mentre noi dobbiamo invece lavorare per definire una politica di prevenzione condivisa, basata sul consumo moderato, campagne di educazione e di adeguata e corretta informazione a favore dei consumatori, facendo le dovute distinzioni in relazione alle modalità di consumo ed alle quantità, ribadendo che c’è differenza tra abuso e consumo responsabile”.

    Lo ha dichiarato Luca Rigotti, Coordinatore del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative, a margine degli organi dell’Alleanza in corso a Roma per fare il punto sulle principali questioni del comparto.

    In relazione al tema sostenibilità, Luca Rigotti ha sostenuto la necessità di andare avanti sul fronte dello standard unico di sostenibilità, atteso da tempo dalla filiera vitivinicola ma rimasto incompiuto per quanto riguarda le regole di armonizzazione degli schemi volontari esistenti e la predisposizione di un marchio: “Abbiamo bisogno di un marchio distintivo dello standard unico di sostenibilità per poter distinguere il vino italiano sui mercati internazionali – ha detto Luca Rigotti – il marchio dovrà comunicare ai consumatori che il vino italiano, oltre alla qualità, rispetta più rigorosi standard ambientali e sociali.

    Sempre sul fronte estero, Rigotti chiede un passo avanti rispetto al sistema alternativo di tracciabilità dei vini Doc e Igt, “in grado di assicurare un più puntuale monitoraggio e riscontro tra la base produttiva ed i volumi posti in commercio, in particolare sui mercati esteri”.

    Sono tanti, a parere del Presidente Rigotti, gli spazi di lavoro ed i dossier aperti sia a livello europeo che nazionale ma occorre garantire un confronto costante e costruttivo. Dobbiamo lavorare insieme ed essere capaci, con un approccio scientifico e non ideologico, di tracciare un percorso di futuro del settore, moderno e sempre più sostenibile, nella consapevolezza che molto è stato fatto anche in termini di tutela e di mantenimento dei territori viticoli”.



  • Si è svolto il 4 ottobre 2023 al Ministero dell’Agricoltura un incontro tra una delegazione di cooperative biologiche e il sottosegretario Masaf Luigi D’Eramo

    Alla vigilia del via libera definitiva al Piano d’azione nazionale per la produzione biologica previsto per dare attuazione alla legge nazionale sul bio (L.23 del 2022), l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentare ha incontrato il sottosegretario al Masaf Luigi D’Eramo per fare il punto sulle azioni e sugli strumenti che sono stati inclusi nel piano, ribadendo la necessità “che sia data la priorità a misure che contribuiscano ad aumentare la domanda di prodotti biologici e che rafforzino le filiere”.

    “Abbiamo ribadito – ha dichiarato il Coordinatore del settore Biologico Francesco Torriani – come abbiamo già fatto nei diversi tavoli di confronto avuti al ministero, la nostra valutazione positiva sul documento, che è stato ben concepito e dettagliato, sottolineando tuttavia l’importanza di individuare delle priorità stabilendo un ordine con diversi tempi di attuazione per le varie attività previste”.

    Nel corso dell’incontro, nel quale il presidente Torriani è stato accompagnato da una delegazione di imprese cooperative biologiche operanti in diverse filiere produttive, dal vino alla pasta all’ortofrutta, è stata anche evidenziata l’importanza che si lavori affinché le aziende che usufruiscono dei contributi comunitari a superficie, che sono finalizzati com’è noto a raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie biologica entro il 2027 fissato dalla nuova Pac, non escano dal sistema di certificazione del biologico una volta finiti i 5 anni previsti per la conversione.

    Per scongiurare questo rischio, occorre secondo Torriani, “supportare filiere forti e strutturate, basate sulla capacità di progettazione e innovazione che, in una situazione di crisi economica come quella attuale, garantiscano una maggiore resilienza rispetto alle distorsioni del mercato. Servono quindi organizzazioni efficienti, capaci di redistribuire il valore lungo tutta la filiera per resistere alle distorsioni ed alle speculazioni”.

    Tra i temi affrontati nel colloquio con il Sottosegretario D’Eramo, anche la questione delle contaminazioni da fosfiti, che vede l’Italia in una condizione di svantaggio rispetto agli altri Paesi europei. Solo in Italia esistono infatti soglie di contaminazione massima al di sopra delle quali i prodotti bio vengono decertificati. 

    L’Alleanza delle cooperative agroalimentari ha sollecitato un’ulteriore riflessione in merito alla possibilità che tale materia non venga più normata a livello nazionale e che la discussione si riporti a livello comunitario, al fine di poter discutere sul tema alla pari con gli altri Paesi europei.